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BUDDHISMO

Ogni giorno, quando ti svegli pensa:
oggi sono fortunato perché mi sono svegliato,
sono vivo, ho una preziosa vita umana

e non la sprecherò.
Userò tutte le mie energie per migliorarmi,
per aprire il mio cuore agli altri,
avrò per gli altri parole gentili
e non pensieri cattivi e non mi arrabbierò,
ma cercherò di far più bene che posso.
(Dalai Lama: Tenzin Gyatso)

SIDDHARTA GAUTAMA: IL BUDDHA

Siddharta Gautama, è il fondatore e maestro del buddhismo. Vissuto tra il VI e il V secolo a.C. nel nord-est dell’India.

Secondo la tradizione, Siddharta era di origini principesche. Dopo una giovinezza trascorsa negli agi e nelle ricchezze, e dopo essersi sposato e aver avuto un figlio, uscito dal suo palazzo, ebbe quattro incontri: con un vecchio; con un malato; con un corteo funebre; con un asceta mendicante.

Questi aspetti della realtà della vita lo impressionarono profondamente: era la presa di coscienza della sofferenza e dell’illusione del vivere.
Desideroso di conoscere le cause del dolore presente nel mondo e di trovare uno stato di felicità duraturo, a circa trent’anni Siddharta abbandonò i privilegi della propria casta per condurre vita da asceta alla ricerca di una soluzione all’enigma della vita.

Insoddisfatto delle risposte di altri maestri, dopo digiuni estenuanti, Siddharta capì che avrebbe ottenuto la conoscenza della salvezza solo nella meditazione personale, lontano dagli estremi dei piaceri eccessivi e dalla mortificazione ascetica. A 35 anni, dopo 49 giorni di meditazione, ai piedi di un albero di fico, raggiunse l’illuminazione, divenendo così il Buddha (il “Risvegliato”).

https://www.youtube.com/watch?v=gUAyw7VhqLI

BUHHA E LA SUA DOTTRINA

Il buddhismo, più che una religione, è una filosofia di vita ed è dif­fuso soprattutto in Asia, con circa 570 milioni di aderenti.

La religione buddhista si è sviluppata a partire dal VI secolo a.C. ed è oggi dominante in alcune zone del sud-est asiatico come il Tibet, la Birmania, la Thai­landia, il Vietnam e la Cambogia.

Il suo fondatore – nato in India – è Siddharta Gautama Shakya (563-480 a.C.), che i suoi discepoli chiamaro­no Buddha ossia “Risvegliato”; egli si dedicò alla ricerca del senso della vita.

Nel buddhismo non si parla quasi mai di Dio: il Buddha indicò la via della felicità come conquista personale.

I fondamenti dottrinali della religiosità buddhista sono:

  • i tre canestri,
  • le quattro nobili verità,
  • l’ottuplice sentiero
  • il nirvana.

I tre canestri (Tripitaka) sono i testi sacri del buddhismo e contengo­no la dottrina del Buddha insieme a regole di vita.

Le quattro nobili verità affermano:

  1. la vita è fonte di dolore;
  2. il dolore è causato dai desideri egoistici;
  3. il dolore guarisce eliminando i deside­ri;
  4. per eliminare i desideri bisogna seguire la via degli otto sentieri.

L’ottuplice sentiero indica la via per la liberazione dal dolore:

  1. retta fede,
  2. retto impegno,
  3. retta parola,
  4. retta azione,
  5. retta vita,
  6. retta volontà,
  7. retto ricordo,
  8. retta meditazione.

Il nirvana, lo stato definitivo di beatitudine, è il traguardo dell’ottupli­ce sentiero: la pace e la felicità assoluta.

I TRE CANESTRI
Fra i testi più antichi del Buddhismo si annoverano i cosiddetti canoni: il Canone Pāli, il Canone cinese e il Canone tibetano, così denominati in base alla lingua degli scritti.

Il Canone Pāli è proprio del Buddhismo Theravāda, e si compone di tre piṭaka, o canestri:
1. il Vinaya Piṭaka, o canestro della disciplina, con le regole di vita dei monaci;
2. il Sutta Piṭaka o canestro della dottrina, con i sermoni del Buddha;
3. l’Abhidhamma Piṭaka o canestro della fenomenologia in ambito cosmologico, psicologico e metafisico, che raccoglie gli approfondimenti alla dottrina esposta nel Sutta Piṭaka.

Il Canone cinese si compone di 2.184 testi a cui vanno aggiunti 3.136 supplementi tutti raccolti in 85 volumi.
Il Canone tibetano si suddivide in due raccolte, il Kangyur e il Tanjur.

I TRE CANESTRI
TESTI SACRI
LE QUATTRO NOBILI VERITÀ
L’insegnamento del Buddha consiste nelle seguenti quattro Nobili Verità, che sono le realtà sperimentate dal Buddha stesso:

La Nobile Verità della sofferenza. Nel primo punto del suo insegnamento il Buddha espose la situazione di sofferenza caratteristica dell’esistenza umana: la nascita è dolore, l’invecchiamento è dolore, la malattia è dolore, la morte è dolore l’unione con quel che non si ama è dolore, la separazione da quel che si ama è dolore, il non ottenere quel che si desidera è dolore…

La Nobile Verità della causa dello sofferenza. L’origine principale delle nostre sofferenze è dentro di noi, nella ricerca della felicità in ciò che è transitorio, passeggero.

La Nobile Verità della cessazione della sofferenza . Occorre abbandonare l’attaccamento alle cose e alle persone, ai valori ingannevoli per cui ciò che è provvisorio è maggiormente desiderabile.

La Nobile Verità del Sentiero per lo liberazione dalla sofferenza. Nell’ultima parte del suo insegnamento il Buddha espose il metodo per raggiungere la liberazione dalla sofferenza.
La via che conduce alla cessazione del dolore, mediante tecniche speciali di concentrazione e di meditazione, è chiamata Ottuplice Sentiero.

LE QUATTRO NOBILI VERITÀ
L’INSEGNAMENTO DI BUDDHA

I PRECETTI
DEL MONDO BUDDHISTA

I buddhisti hanno anche dei precetti, in misura diversa per i laici e per i monaci. Quelli comuni a tutti sono cinque divieti:

1. non uccidere alcun essere vivente,

2. non prendere l’altrui proprietà,

3. non toccare la donna altrui,

4. non dire menzogne,

5. non bere bevande inebrianti. 

Siddhartha
è forse il più famoso romanzo di Hermann Hesse 
(1877-1962), 
lo scrittore tedesco
Premio Nobel per la Letteratura.

Siddhartha fu pubblicato per la prima volta nel 1922 (in Italia nel ‘45). La storia è assai liberamente e vagamente ispirata alla figura di un personaggio storico realmente esistito: Siddharta Gautama, cioè Buddha (VI-V secolo d. C.)

Il libro di Hesse narra comunque le vicende di un giovane indiano che vive alla ricerca della via verso la realtà più profonda della felicità. I temi trattati – come la ricerca di sé, il rifiuto dei beni materiali, l’inquietudine spirituale – invitano infatti il giovane lettore a cercare la propria strada verso la saggezza. Le suggestioni della religiosità indiana si mescolano alla sensibilità culturale europea.

I MONACI E LA MEDITAZIONE

La meditazione, fatta attraverso la concentrazione, è il mezzo per distaccarsi dal mondo e raggiungere il nirvana.
I monaci buddhisti sono persone che abbandonano la normale vita sociale per vivere meglio gli insegnamenti di Buddha.
I monaci, spesso in viaggio per diffondere la dottrina buddhista, vivono nei monasteri soprattutto nel periodo delle piogge, tra luglio e ottobre, quando è proibito uscire dal monastero anche per l’elemosina. I monaci trascorrono parte della loro giornata a meditare o immersi nello studio delle scritture buddhiste.

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